Ferro, plastica, alluminio, rame: la maggior parte delle componenti dei giochi elettronici si può riciclare. Ecco come farlo correttamente
Si avvicina il Natale e un esercito di nuovi giochi elettronici ha già preso posizione sui numerosi scaffali di supermercati e negozi specializzati: automobili radiocomandate, console, giocattoli musicali per la prima infanzia. Ma che fine faranno quando fra qualche mese, dopo esser rimasti inutilizzati o mezzi rotti nel cesto dei giocattoli in camera da letto? Che fine, invece, devono fanno i giocattoli elettronici a fine vita?
Delle 12mila tonnellate di immesso sul mercato, solo il 2% viene riciclato correttamente. “Pochi sanno che i giocattoli elettrici ed elettronici a fine vita sono considerati RAEE e devono essere smaltiti correttamente per preservare l’ambiente e non sprecare risorse importanti”, dichiara Danilo Bonato, Direttore Generale diReMedia, consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti tecnologici, o così definiti RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
Per esempio, da una console di due chili è possibile ricavare ferro(45,50%), plastica (19%), alluminio (4%), rame (1,5%) e altri materiali, tra cui una piccola percentuale di metalli preziosi e terre rare, che possono essere reintrodotte nel ciclo produttivo.
E proprio durante la settimana europea della riduzione dei rifiuti (fino al 30 novembre), il consorzio ReMedia in un video spiega come ogni giocattolo elettronico possa avere una seconda vita.
In questo modo è possibile recuperare rame, oro, ferro, plastica, palladio, risparmio energetico, ridurre le emissioni Co2, proteggere la nostra salute e l’ambiente dalla diffusione di sostanze pericolose. Per sapere qual è il centro raccolta più vicino a casa tua puoi consultare il sito del centro di coordinamento RAEE selezionando prima la regione, poi la provincia di residenza.